“A Dio quello che è di Dio” – XXIX domenica del tempo ordinario, 22 ottobre 2023

 

La nostra vita è come un rendimento di grazie, un restituire moltiplicato ciò che abbiamo ricevuto in dono. Chi di noi ha scelto di nascere in Italia piuttosto che in una periferia africana, nel pieno di una guerra o nelle favelas del Sudamerica?

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“La sala delle nozze si riempì di commensali” – XXVIII domenica del tempo ordinario, 15 ottobre 2023

All’interno del vangelo di oggi troviamo due atteggiamenti assolutamente contrastanti.

Da una parte una proposta nuziale, relazionale, di amicizia che finisce per allargarsi a buoni e cattivi. Qui c’è la mano di Dio, padre di Gesù Cristo.

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«La pietra d’angolo», XXVII domenica del tempo ordinario, 8 ottobre 2023

 

Cantico d’Amore… che diventa dramma/tragedia d’amore perché il divino Amante viene rifiutato e addirittura ucciso.

Questo può accadere perché l’Amore divino si propone, non si impone.

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“I pubblicani e le prostitute”, XXVI domenica del tempo ordinario, 1 ottobre 2023

Ancora uno tra i tanti “vangeli scomodi” che Gesù ci propone.

 

Dal Vangelo secondo Matteo (21,28-32)

In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo».
E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».

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“Io sono buono” – XXV domenica del tempo ordinario, 24 settembre 2023

 

Tra i tanti significati delle Letture di oggi, cerco di evidenziarne almeno alcuni, i quali comunque ci presentano la bontà incondizionata del Signore nei nostri confronti.

Anche se per noi, creature di Dio limitate e peccatrici, possono apparire probabilmente difficili, inquietanti, fastidiosi.

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Perdonate di cuore, XXIV domenica del tempo ordinario, 17 settembre 2023

Come si può parlare di perdono ad una moglie che vede uccidere il marito o il figlio innocente? Per una madre, per un padre con un figlio malato di droga o delle mille dipendenze che caratterizzano i nostri giorni: amore e perdono significano lasciarlo “libero” di distruggersi e distruggere le loro vite, oppure fare di tutto affinché non abbia accesso ai soldi e vengano prese tutte le misure adeguate (ad esempio, in una comunità terapeutica)? Un marito abbandonato dalla moglie; una moglie abbandonata dal marito (situazioni ulteriormente pesanti quando ci sono figli e figlie): come, in che modo, in che misura parlare di perdono? Ci sono persone – già adulte – che custodiscono nel cuore le offese, le esclusioni, le prevaricazioni ricevute da ragazzi e adolescenti: quale potrebbe essere il senso del perdono? Più in grande, i figli, le figlie non amati o contesi dai genitori?

Perdonare non significa essere fragili, anzi! Quante volte ci viene spontaneo pensare che il perdono sia un regalo immeritato (!) che facciamo all’altro: siamo convinti che quest’ultimo ha comunque sbagliato. Come comportarsi umanamente e cristianamente?

Questi esempi estremi ci dicono che, solo in forza dei criteri umani, è semplicemente impossibile perdonare.

Dunque, perdonare è anzitutto accettare il proprio limite, la fragilità che fa parte della pasta di cui l’uomo e la donna sono costruiti: solo lo sguardo di Dio ti rende unico e prezioso, ti rende possibile guardare anche l’altro come unico e prezioso.

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