Vide e credette.
Era stato amato e chiamato.
Ma non bastava per ottenere in dono una vista credente.
Vide e credette.
Giovanni aveva visto e «fotografato» con il cuore molti avvenimenti.
Ma era ancora ingabbiato in una mentalità in cui il massimo possibile era adempiere la legge.
Eppure sentiva che Gesù voleva e poteva donargli molto di più: l’amore che non ha condizioni o limiti nel tempo.
Vide e credette.
Giovanni ci aiuta a porre le giuste domande sul nostro modo di guardare noi stessi, gli altri e la realtà che ci circonda: con amore o superbia, confronto, orgoglio, senso di superiorità, egoismo che sfrutta tutto e tutti per se stessi?
Giovanni che, finalmente, ammette di aver creduto ci mette di fronte alla nostra fede, speranza, carità. Ci chiediamo mai se i nostri pensieri e sentimenti viaggiano sulla strada del Calvario, per giungere alla tomba vuota di un cadavere, ma colma di una presenza che trasforma la vita?
Vide e credette.
La risurrezione del Signore tocca solo uno o due momenti dell’anno o diviene forza nelle difficoltà, conforto nel pianto, capacità di gioire con chi gioisce e soffrire con chi è travolto dalla sofferenza.
Insomma, abbiamo incontrato il Risorto sì o no?
Ci ha trasformato l’esistenza sì o no?
Vide e credette.
Togliamoci le bende dagli occhi per poter anche noi vedere.
Leviamo al cuore ogni resistenza, perché possa amare come Gesù.