“Siete testimoni” – III domenica di Pasqua, 14 aprile 2024

Testimoni: “martiri”, gioiosi portatori di un bene ricevuto (quando uno di noi ha ricevuto un regalo, ha stretto una nuova amicizia, si è riconciliato con qualcuno… glielo si legge negli occhi e in tutta la vitalità dello spirito e del corpo)

Che cosa, oggi, il giovane e il grande cristiano può testimoniare, come acqua che trabocca da bicchiere sotto la fonte?

  1. L’incontro con Gesù nell’Eucaristia. Conosco qualcuno che dice di voler bene ad una persona, ma poi arriva tardi agli appuntamenti, si fa aspettare, magari non viene proprio. Di che tipo di amicizia, di amore si tratta? Sicuramente molto fragile.

Per noi si tratta dell’appuntamento alla Santa Messa domenicale o con Gesù nella preghiera quotidiana, alla Confessione o alla meditazione sempre più profonda della nostra fede.

  1. “Per la grande gioia ancora non credevano ed erano stupefatti”. La gioia. Un santo diceva che “un cristiano triste, è un tristo cristiano”, cioè gli manca qualcosa. Un piccolissimo segreto: più importanti e profonde sono le realtà per cui gioite, più la gioia sarà autentica, profonda e duratura.
  1. “Il girotondo dei santi” (Vedi Giudizio universale del Beato Angelico). C’è Dio Padre che pensa con benevolenza a noi; c’è il Figlio Gesù che ci ama da morire; lo Spirito Santo Amore che ci dona intelligenza e forza per compiere le scelte giuste. Ci sono poi i santi, ad esempio quelli dei vostri nomi. Vi affidate a loro ogni giorno? Papa Francesco, nei giorni scorsi ha scritto un importante documento in cui parla dei “santi della porta accanto”, quelle persone che molto probabilmente non saliranno mai alle glorie degli altari, ma – anche con la loro semplice presenza – rendono più bella la vita. Sono gli amici che ascoltano e anche perdonano; sono le mamme dal bel sorriso; i papà che dopo una giornata o una settimana di lavoro invocano da Dio la gioia di giocare con i propri figli, sono tutti coloro che fanno del bene nelle nostre comunità.

In un mondo in cui tutto sembra violenza, egoismo, orgoglio, lotta senza fine… il Signore Gesù ci aiuti ad essere il germoglio, un campo fiorito di vera fede, speranza, carità. Di gioia vissuta nel Signore.

Dal Vangelo secondo Luca (24,35-48)

In quel tempo, [i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus] narravano [agli Undici e a quelli che erano con loro] ciò che era accaduto lungo la via e come avevano riconosciuto [Gesù] nello spezzare il pane.
Mentre essi parlavano di queste cose, Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. Ma egli disse loro: «Perché siete turbati, e perché sorgono dubbi nel vostro cuore? Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate; un fantasma non ha carne e ossa, come vedete che io ho». Dicendo questo, mostrò loro le mani e i piedi. Ma poiché per la gioia non credevano ancora ed erano pieni di stupore, disse: «Avete qui qualche cosa da mangiare?». Gli offrirono una porzione di pesce arrostito; egli lo prese e lo mangiò davanti a loro.
Poi disse: «Sono queste le parole che io vi dissi quando ero ancora con voi: bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei Salmi». Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture e disse loro: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni».

«Convertitevi e credete nel vangelo» – I domenica di quaresima, 18 febbraio 2024

Gesù si lascia guidare dallo Spirito, anche verso una situazione difficile e faticosa, apparentemente sterile. Leggi tutto “«Convertitevi e credete nel vangelo» – I domenica di quaresima, 18 febbraio 2024”

«Convertitevi e credete nel Vangelo» – III domenica del tempo ordinario, 21 gennaio 2024

  1. Giovanni è l’ultimo grande uomo dell’Antico Testamento e il primo del Nuovo Testamento. Ora lascia pienamente il posto all’Unico che lo merita: Gesù Cristo.

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«Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce» – III domenica del tempo ordinario, 22 gennaio 2023

Oggi preferisco offrire uno schema di meditazione, in modo che ciascuno possa adattarlo più facilmente alla propria situazione concreta e quotidiana. Leggi tutto “«Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce» – III domenica del tempo ordinario, 22 gennaio 2023”

Un nuovo inizio – II domenica di Avvento, 4 dicembre 2022

In tempi di gravi difficoltà sanitarie, economiche, familiari, relazionali, educative… il Signore ci offre una parola di novità, un nuovo inizio (guarda caso, è proprio la primissima parola di tutto il vangelo, il lieto annunzio dell’evangelista Marco). Tutto ciò che è lontano da Cristo perde la sua valenza, si dimostra irrimediabilmente passeggero.

Lo stesso Dio ci parla di profondissima e autentica consolazione: ogni nostra lacrima verrà asciugata. Non si tratta di una bella favola a lieto fine, non è un’illusione. Il Signore Gesù si è fatto uomo per donarci la speranza vera.

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«Un incrocio di sguardi» – XXXI domenica del tempo ordinario, 30 ottobre 2022

La scena del vangelo di oggi si svolge a Gerico, antichissima città che costituiva un passaggio obbligato per coloro che, provenendo dalla vallata del Giordano e dai paesi dell’est, percorrevano le piste carovaniere che conducevano a Gerusalemme. Pensiamo al giro di soldi che vi era in quella città, i guadagni e le ruberie possibili al capo degli esattori delle tasse: Zaccheo.

Questo passo di vangelo presenta una certa benevola ironia: si noti il fatto di mostrare quest’uomo così importante e detestato, piccolo di statura e costretto a salire su di un grande albero, allo scopo di vedere il Signore.

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Meditazione salesiana sul vangelo della III domenica di quaresima (20-03-2022)

+ Dal Vangelo secondo Luca (13,1-9)

In quel tempo si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».

Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».

Durante le domeniche precedenti, abbiamo meditato e contemplato le tentazioni di Gesù e la sua Trasfigurazione. Questi avvenimenti apparentemente riguardano solo Gesù, ma in realtà risiedono nel profondo più profondo anche di noi stessi.

Oggi vediamo come il vangelo parta da episodi concreti: delle tragedie che avevano ucciso gente innocente e gettato alcuni nella fatica della fede. E poi una parabola in cui ci si riferisce proprio a ciascuno di noi e alle nostre scelte per il bene o rivolte al male.

  1. Il dolore innocente aveva scandalizzato, era divenuto un inciampo per la fede dei Giudei di quel tempo, come spesso capita anche a noi.

 

Anche oggi, come rimanere immobili e tranquilli in poltrona vedendo le immagini di madri e di padri che piangono la morte dei loro figli, a causa di granate gettate sui civili?

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