«Vogliamo vedere Gesù» – V domenica di quaresima, 17 marzo 2024

In questo brano l’evangelista Giovanni riunisce alcuni detti di Gesù che annunciano il senso della sua morte, risurrezione e glorificazione anche a vantaggio dei suoi discepoli. Queste parole sono inserite da Giovanni in un momento particolare della vita di Gesù. Egli è giunto a Gerusalemme per la Pasqua, con tanti altri pellegrini dalla Galilea. Ha risuscitato Lazzaro, ha compiuto il suo ingresso trionfale a Gerusalemme, acclamato Messia.

Tutto ciò ha destato la curiosità di altri pellegrini che erano a Gerusalemme per la stessa festa della Pasqua. Alcuni vogliono vedere con i loro occhi questo personaggio che suscita tante attese e tanti contrasti a Gerusalemme: “Vogliamo vedere Gesù”, chiesero alcuni Greci a Filippo. Questa richiesta mette in moto Filippo e Andrea che informano Gesù con una certa soddisfazione per questa attenzione degli altri verso il loro Maestro: potrebbe essere un momento di gloria!

Ma Gesù porta subito l’attenzione dei discepoli verso ben altra direzione. “È giunta l’ora che sia glorificato il Figlio dell’Uomo”. Finalmente, pensano i discepoli, giunge il momento atteso della gloria, finalmente Gesù entrerà in azione per liberare il suo popolo e ripristinare l’antico splendore del regno di David o di Salomone. Ma è ben altra la gloria che il Padre sta per rivelare nel suo figlio Gesù, è ben altra la gloria cui sono chiamati a partecipare i discepoli.

Gesù aggiunge subito: “Se il chicco di grano, caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Se uno ama la propria vita la perde… Se uno mi vuole servire, mi segua…”.

Ecco i verbi: morire, perdere la vita, servire! I discepoli avevano seguito Gesù per vivere, amare la vita e regnare con lui onorati dagli uomini, non per servire…! Gesù parla sì di salvare la propria vita, ma non ora, ma “per la vita eterna”; Egli parla sì di essere onorati, ma non dagli uomini, ma da Padre! Gesù dunque capovolge le loro attese, ed è questo che loro devono capire e accettare. Un discorso duro anche per Gesù: “Ora l’anima mia è turbata; e che devo dire? Padre, liberami da quest’ora? Ma per questo sono giunto a quest’ora”. Ripeto, questo capovolgimento di prospettive turba Gesù e sconvolge i discepoli che non si rassegnano a capire discorsi come questi. Ecco una rivelazione celeste a confermare i discepoli a seguire il loro Maestro sulla via della vera vita e salvezza: “L’ho glorificato e di nuovo lo glorificherò”. Questa voce è per loro, non per Gesù. Quanti intendono salvare la propria vita devono mettersi alla sua scuola e non pensare a vie diverse. Nella morte di Gesù il Male sarà vinto, e con quel gesto d’amore Gesù risorto e glorioso rimarrà un costate invito a seguirlo sulla vita del dono e della salvezza eterna.

«La Croce non ci fu data per capirla ma perché ci aggrappassimo ad essa» (Bonhoeffer): attratto da qualcosa che non capisco ma che mi seduce, mi aggrappo alla sua Croce, cammino dietro a Cristo, morente in eterno, in eterno risorgente.

“Vogliamo vedere Gesù”. Oggi, 2024. Chi si sente immerso in questo desiderio, nell’angoscia di questa mancanza, troverà ancora qualcuno che gli annunci Gesù in modo schietto, libero, necessariamente sconvolgente?

Come è possibile che anch’io senta di Eminenze cardinalizie che intensificano il dialogo (che è solo ascolto compiaciuto, non coraggioso annuncio) con coloro che si lasciano definire “diversamente cristiani”? Sciogliendo l’enigma, si tratta di quelli che, pur conoscendo il messaggio cristiano, sono d’accordo con i sacerdoti “cattolici” per rimanere nella loro situazione oggettiva di peccato, senza venire minimamente inquietati.

Lo stesso Cardinale Zuppi ha scritto una lettera ai fedeli musulmani della sua Diocesi: sembra proprio che tanti di noi debbano necessariamente “aggiornarsi”. La Quaresima coincide perfettamente (nei tempi e nei contenuti) con il Ramadan, il digiuno secondo Cristo è esattamente lo stesso di quello prescritto da Maometto. Non basta: al centro della Pasqua cristiana non c’è più Cristo, ma una generica Gioia da condividere necessariamente con i fedeli musulmani.

Chi ricorda più che, anche solo parlando dell’Italia, i giovani dichiarano in modo sempre più esplicito di non volere figli: che futuro si presenterebbe alle nuove creature? Meglio adottare un gatto o un cagnolino. Passeggiando, ho smesso di vedere giovani donne italiane con il bimbo nel passeggino, al contrario le musulmane ne accompagnano con abilità anche tre o quattro. Ma lo sa il Cardinale che lì è solo, esclusivamente, il marito che comanda, che “tutti i luoghi che non abbiamo potuto conquistare finora con la spada, li conquisteremo con i ventri delle nostre donne” (antico detto musulmano)? Lo sa che un musulmano che si fa battezzare, viene semplicemente sgozzato (senza voler spaventare nessuno, ma accade anche in Italia)? Una donna musulmana, poi, secondo loro, non ne avrebbe neppure il minimo diritto. Il Signor Cardinale non ha ancora compreso che alcuni ordini che vengono dall’alto (per modo di dire) sono semplicemente e oggettivamente sbagliati? Ad esempio, non si trova proprio traccia né nelle Sacre Scritture, né nella autentica Tradizione, di qualcosa che potrebbe dare adito all’ardita e solo buonista affermazione secondo cui “la differenza tra le varie religioni è voluta da Dio” (Dichiarazione di Abu Dhabi). Nel sangue di ogni “buon” (cioè vero) musulmano scorre solo l’odio e la volontà di annientare tutti gli infedeli, coloro che non accettano il Corano. Chiediamolo ai cristiani d’Oriente, quelli che hanno conosciuto fin da bambini questa situazione: da loro usciranno parole molto più forti di queste. Sua Eminenza, si è mai chiesto perché nei paesi musulmani non esiste alcuna antichissima chiesa cristiana accanto alla quale non sia stata costruita una moschea, ma… anche nella stessa cattolicissima Roma, chi mai si permetterebbe di costruire una chiesa accanto alla monumentale moschea costruita lì e inaugurata ancora negli anni novanta?

Non prendiamoci in giro, non prendeteci in giro: il vero dialogo sussiste esclusivamente quando le due parti possono esprimersi del tutto liberamente, senza assoggettarsi a giochi di potere, senza nascondere la propria esperienza, ascoltando fino in fondo quello che l’altro mi presenta o propone. Se dalla proposta si passa all’imposizione, è scontato che non si tratta più di dialogo, ma di ricatto. O si risponde con serenità e fermezza, o per noi cristiani si rinuncia a Cristo. Che qualcuno vi abbia già rinunciato per evitare troppi guai ed essere applaudito come moderno?

Purtroppo, non sono il primo ad affermare che non esista un islam moderato: o ascolti alla lettera  il Corano, Maometto, la legge musulmana… o non sei musulmano.

La totalità dei grandi giornali italiani, se mai leggessero queste righe, definirebbero il sito come ultra-conservatore. Ma questo non è importante. La questione molto seria consiste nel fatto che, non tanto il popolo cristiano, ma soprattutto le gerarchie cattoliche (solo di nome?) si schiererebbero, finalmente compatte, nel condannarmi pesantemente. Su questi temi, il Sant’Uffizio esiste, gode di ottima salute, lavora alacremente… e persino vari Cardinali ultraottantenni hanno sperimentato le conseguenze deleterie di aver posto i bastoni tra le ruote.

 

 

 

 

Dal Vangelo secondo Giovanni (12,20-33)

In quel tempo, tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c’erano anche alcuni Greci. Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù».
Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù. Gesù rispose loro: «È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia glorificato. In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà. Adesso l’anima mia è turbata; che cosa dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma proprio per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome».
Venne allora una voce dal cielo: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!».
La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato». Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi. Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori. E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me». Diceva questo per indicare di quale morte doveva morire.

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