«Gesù solo, con loro» – II domenica di quaresima, 25 febbraio 2024

Si tratta di un oscuro cammino della fede, sino alla croce di Gesù e alla nostra partecipazione alla croce per amore:

  • mancato sacrificio di Isacco
  • nube della trasfigurazione

 

Presenza di tutta la potenza tenera; della fedeltà immancabile; della giustizia misericordiosa di Dio.

  • Anticipazione della risurrezione
  • in Cristo
  • dono di vita divina ai fedeli, che vengono trasformati da incerti a testimoni, da paurosi a martiri di Cristo e del vangelo

 

Trasfigurazione delle relazioni.

  • Da “loro soli”
  • a “Gesù solo, con loro”

 

Segno esemplare di vocazione universale alla santità:

  • sposati, nel segno della piena comunione tra loro, in Cristo
  • sacerdoti, totalmente rivolti al ministero nella Chiesa
  • consacrati e consacrate, “Dio esiste e il suo amore può colmare una vita”
    • obbedienza
    • povertà
    • castità
    • missione
    • in comunità

Ermes Ronchi

Dall’abisso di pietre al monte della luce, dalle tentazioni nel deserto alla trasfigurazione. Le prime due domeniche di Quaresima offrono la sintesi del percorso che la vita spirituale di ciascuno deve affrontare: evangelizzare le nostre zone d’ombra e di durezza, liberare tutta la luce sepolta in noi. In noi che siamo, assicura Gesù, luce del mondo. Guardate a lui e sarete raggianti e non avrete più volti oscuri, cantava il salmista.

Ciò che seduce Pietro non è lo splendore del miracolo o il fascino dell’onnipotenza, ma la bellezza del volto di Gesù, immagine alta e pura del volto dell’uomo, così come lo ha sognato il cuore di Dio. Intuisce che la trasfigurazione non è un evento che riguarda Gesù solo, ma che si tratta di un paradigma che ci riguarda tutti e che anticipa il volto ultimo dell’uomo, è «il presente del nostro futuro» (come Tommaso d’Aquino chiama la speranza).

Infine il Padre prende la parola ma per scomparire dietro la parola del Figlio: «Ascoltate Lui». Sali sul monte per vedere e sei rimandato all’ascolto. Scendi dal monte e ti rimane nella memoria l’eco dell’ultima parola: Ascoltate Lui. Nostra vocazione è liberare, con gioiosa fatica, tutta la bellezza di Dio sepolta in noi. E il primo strumento per la liberazione della luce è l’ascolto della Parola.

Mons. Antonio Riboldi

La Trasfigurazione di Gesù sul monte

Mi ha impressionato, un giorno, visitando gli ammalati in ospedale, il viso di una persona. Il suo male era di quelli che non perdonano. Ma ciò che colpiva era la serenità, come una trasfigurazione nel dolore… quasi a volerci insegnare che vi è ‘una sofferenza’ che matura e, in più, ci rende davvero figli, degni del premio eterno.

 

Dal Vangelo secondo Marco

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli.
Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro.
Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.

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