Formazione cristiana adulti, 18 febbraio 2024: la preghiera

Dal vangelo secondo Luca (capitolo 18)

 In quel tempo, Gesù diceva loro una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai: «In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: «Fammi giustizia contro il mio avversario». Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: «Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi»». E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».

  • Pregate sempre, affinché voi non vi stanchiate.
  • Differenza tra la giustizia «umana, troppo umana» (disonesta), e d’altra parte quella divina, quest’ultima basata sulla benevolenza e la misericordia.
  • Una vedova, a quel tempo, non aveva alcuno strumento per difendersi, era completamente esposta alle ingiustizie.
  • Dio è giusto nella misericordia, guarda noi attraverso l’occhio della croce e risurrezione di Cristo.
  • La fede è affidata alla libertà di ciascuno. Drammatico.
  • Come riscoprire l’amicizia intimissima con lo Spirito Santo? Vedi ritornello «Vieni Santo Spirito», pronunciato con il cuore e, possibilmente, con il ritmo della respirazione: «Vieni Santo» (inspiro) «Spirito» (espiro).

  • «Io Lo guardo, Lui mi guarda» (Da un Racconto del Curato d’Ars).
  • Come due innamorati, che scoprono ogni giorno l’uno il mistero dell’altro.
  • Come mamma e papà con il figlio, la figlia: dono sempre nuovo (anche nelle disobbedienze, ribellioni, musi duri…).

«Sono stata più felice che mai quando parlavo di Gesù ai bambini bisognosi».

Don Paolo con i tossicodipendenti: non sapevo che dire, come atteggiarmi di fronte alla loro diffidenza di fronte ad un nuovo prete (ancora uno!!!) quando san Francesco di Sales mi ha suggerito di parlare semplicemente, «cuore a cuore».

Preghiera è la volontà di fare di ogni nostra azione un’offerta spirituale gradita a Dio.

Per S. Ignazio di Loyola la preghiera continua consiste “nella perfezione delle opere realizzate puramente per amore di Dio, dirette a Lui e in Lui compiute” (S. Ignazio Di Loyola, Diario spirituale).

In questo senso Sant’Agostino diceva: “Pregare a lungo non è un pregare moltiplicando parole.

Una cosa è un lungo discorso, e altro un affetto prolungato.

Del resto del Signore stesso si legge che passava la notte in preghiera, e che pregò a lungo, per darci l’esempio” (Lettera a Proba).

E ancora: “Loda Dio con tutta la tua vita. Lodalo non solo con la voce e col canto, ma col salterio delle tue opere buone. Tu lo lodi quando tratti un affare, lo lodi quando prendi cibo o bevanda; lo lodi quando riposi a letto, lo lodi quando dormi” (Commenti ai Salmi CXLVI, 2).

Il vescovo Card. Van Thuang di Saigon, costretto a tanti anni di carcere duro, lontano dai suoi fedeli e dalla sua Chiesa. Incontrandolo, dopo gli anni di persecuzione, esprimeva la sua gioia di essere stato vescovo senza voce, ma con il cuore e la sua vita donata per la fede.

Mi voleva donare la sua croce pettorale, costruita con il filo spinato e un poco di metallo preso nella sua prigione.

“La mia comunione con la mia Chiesa? – diceva – Ogni sera, di nascosto, quando le guardie mi lasciavano solo, chino sulla branda, celebravo la S. Messa, con una goccia di vino – mi era concesso perché pensavano fosse una medicina – sul palmo della mano e un pezzetto di pane. In quel momento mi sentivo davvero vescovo della mia Chiesa, in missione… tanto che alla fine, alcune guardie chiesero di essere battezzate”.

Necessario metterci in cammino, cioè rompere gli schemi, le formalità, i pregiudizi, le paure di non valere, di non essere abbastanza, di dover sempre e comunque dimostrare qualcosa. Riconoscere che dentro a noi è presente la persona onnipotente dello Spirito Santo, ma anche il diavoletto che vorrebbe bloccarlo (= peccato, peccato originale) (esorcismo prebattesimale).

Non bisogna mai abituarsi alla preghiera perché la preghiera è sempre una scoperta, richiede sempre una difficoltà, un passo in avanti. Quando si va a pregare c’è sempre da superare un ostacolo, se si vuole pregare veramente. Perché la preghiera sia veramente autentica.

Cercare Dio, come? Attraverso la famiglia, la musica, il dolore.

Ma soprattutto, perché dovrei pregare?

Pregare è

  1. Ringraziare
  2. Invocare (chiedere qualcosa)
  3. Chiedere perdono
  4. Essere disposti all’intercessione per chi sta soffrendo (gioia, dolore, lacrima… per quella persona che è in difficoltà). «Nessuna tua lacrima andrà perduta»: momenti della mia vita in cui sono rimasto completamente nudo, solo questa frase mi ha sostenuto.

Tutto ciò è molto consolatorio. Ma è solo frutto di un bisogno umano (Feuerbach) o è realmente (nella fede) un concreto dono di Dio?

Perché Gesù ha guarito alcuni e non tutti?

Perché prego, prego, prego e sembra che tutto cada nel vuoto? Su cosa appigliarci per continuare?

È da tantissimi anni che non prego, o mi rivolgo a una certa immagine di Dio costruita da me solo quando sono in difficoltà. Come posso superare l’ostacolo?

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