“A Dio quello che è di Dio” – XXIX domenica del tempo ordinario, 22 ottobre 2023

 

La nostra vita è come un rendimento di grazie, un restituire moltiplicato ciò che abbiamo ricevuto in dono. Chi di noi ha scelto di nascere in Italia piuttosto che in una periferia africana, nel pieno di una guerra o nelle favelas del Sudamerica?

Dal Vangelo secondo Matteo (22,15-21)

In quel tempo, i farisei se ne andarono e tennero consiglio per vedere come cogliere in fallo Gesù nei suoi discorsi.
Mandarono dunque da lui i propri discepoli, con gli erodiani, a dirgli: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e insegni la via di Dio secondo verità. Tu non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno. Dunque, di’ a noi il tuo parere: è lecito, o no, pagare il tributo a Cesare?».
Ma Gesù, conoscendo la loro malizia, rispose: «Ipocriti, perché volete mettermi alla prova? Mostratemi la moneta del tributo». Ed essi gli presentarono un denaro. Egli domandò loro: «Questa immagine e l’iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare».
Allora disse loro: «Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio».

 

Tutto è dono.

Tutto il dono è da restituire moltiplicato.

Ma secondo dei criteri ben precisi.

La materia appartiene al mondo materiale, tutto ciò che è divino in noi appartiene a Dio.

Allora forse si tratta di imparare ogni giorno a distinguere in noi cosa è legato alle nostre preferenze (sensibilità, gusti, ragionamenti, ideali): tutte cose che terminano con la nostra vita.

Diverso è ciò che appartiene a Dio: la nostra vocazione ad essere figli nel Figlio, la missione di traboccare l’Amore ricevuto, la forma di santità che Dio stesso ha pensato per noi.

Gesù ha nettamente distinto tra Cesare (il potere politico, sociale, materiale, economico) e Dio. C’è addirittura chi afferma che la Chiesa sia cambiata veramente in modo troppo radicale e negativo da quando (più o meno nel quarto secolo dopo Cristo) c’è stata una strettissima alleanza tra essa e il potere politico. Verissimo, alcune delle nuove leggi anche in Italia vanno nettamente contro il vangelo. Ma se questa fosse proprio un’occasione preziosa, favorevole… per non essere più tutti schierati assieme senza nemmeno pensarci troppo, e invece per favorire un vero pensiero, una autentica cultura cristiana? Anche in minoranza, ma sempre più vicina alla sorgente inesauribile del vangelo.

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