«Rallegratevi» – III domenica di Avvento, 11 dicembre 2022

«Rallegratevi sempre nel Signore:

ve lo ripeto, rallegratevi,

il Signore è vicino».

Vivete nella gioia.

Non lasciate che le preoccupazioni e le delusioni della vita vi soffochino il sorriso.

Anche quando tutto sembra perduto.

Anche quando non sembrerebbe più esserci motivo per sperare e amare.

Anche di fronte a quelli che dicono o cercano di dimostrare che l’amore è solo un’illusione per adolescenti spensierati o una tempesta che troppo presto si lascia spazzare dal vento dei desideri o dalle nebbie dei dubbi e delle incertezze.

Rallegratevi sempre, sempre.

Anche quando la vita non è una commedia, ma piuttosto rasenta la tragedia. Un dramma d’amore. Il dramma dell’amore di Dio che per non lasciare l’uomo da solo nei meandri e nelle paludi del buio, della sofferenza, del peccato, si fa bimbo. Si fa uomo che ama, che ama da morire.

Ve lo ripeto, di fronte a tutte le circostanze della vita, rallegratevi. Non un sorriso a buon mercato, ma una luce che nasce nel profondo dell’anima.

Quando il tuo terreno sembra ridursi a deserto: rallegrati, nonostante e attraverso tutta la storia d’amore in cui è tessuta la tua vita.

Quando le mani diventano fiacche, le ginocchia vacillano, il cuore si smarrisce, làsciatelo dire: coraggio, non temere, ecco la ricompensa divina. Neppure una goccia di sudore andrà sprecata, neppure una lacrima andrà smarrita: coraggio, non temere!

Siate costanti: non come gli antichi stoici, stringendo i denti; siate costanti come l’agricoltore sicuro di aver messo tutto l’impegno; siate costanti come l’innamorato, sicuro che il cuore dell’amata non potrà non aprirsi all’evidenza dell’Amore.

Guarda, come fai a non vederlo? I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il vangelo.

Rallegratevi: come Maria.

Ascoltiamo il saluto dell’angelo: Rallegrati Maria.

+ Dal Vangelo secondo Matteo (11,2-11)

In quel tempo, Giovanni, che era in carcere, avendo sentito parlare delle opere del Cristo, per mezzo dei suoi discepoli mandò a dirgli: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Gesù rispose loro: «Andate e riferite a Giovanni ciò che udite e vedete: I ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciato il Vangelo. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo!».

Mentre quelli se ne andavano, Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Allora, che cosa siete andati a vedere? Un uomo vestito con abiti di lusso? Ecco, quelli che vestono abiti di lusso stanno nei palazzi dei re! Ebbene, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, io vi dico, anzi, più che un profeta. Egli è colui del quale sta scritto: “Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero, davanti a te egli preparerà la tua via”.

In verità io vi dico: fra i nati da donna non è sorto alcuno più grande di Giovanni il Battista; ma il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui».