«Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore» – Solennità di Maria Santissima Madre di Dio, 1 gennaio 2023

Di fronte a tantissimi atteggiamenti e possibilità differenti, Maria si alimenta, vive, trabocca di custodia e meditazione.

Chi custodire? Gesù, il Cristo.

Chi meditare? Non si tratta di un oggetto materiale. Neppure si risolve esclusivamente in una superficie su cui specchiarsi per ottenere pace e serenità più o meno stabili, concrete e autentiche. L’unico (una persona!) che merita di essere custodito e meditato è Gesù Cristo, Figlio di Dio venuto nel mondo attraverso il «sì» di Maria.

La Madre di Dio non volge il pensiero e l’animo a quanto sia brava lei, autocompiacendosi a riguardo di quanto sia stata piena di fede. Invece, rivolge la sua meditazione a Gesù, una persona presente che è viva nella storia sua e di tutta l’umanità.

Per noi all’inizio di questo 2023, cosa significa custodire e meditare alla luce della fede?

Scoprire Gesù vivo e operante oggi, nella vita nostra e di tutta l’umanità.

Vuol dire imparare ogni giorno a ringraziare in modo diverso e nuovo (proprio per il fatto che le nostre giornate sono sempre differenti tra loro).

Ci sono almeno due muri di gomma che ci rendono difficilissimo, se non addirittura ci impediscono il ringraziamento: il pessimismo nero a riguardo del passato e del presente e la mancanza di speranza, rivolgendosi al futuro. Tutto e tutti sembrano invece spingerci in queste direzioni. Anche attraverso i falsamente apocalittici «profeti di sventura» all’interno della Chiesa. Non si possono negare le guerre (il Papa parla di 3° guerra mondiale) che distruggono i popoli. Va bene, pensiamo prima di tutto all’Ucraina, ma non fermiamoci ad essa, dimenticando almeno il centinaio di conflitti armati presenti nel pianeta. Non si può contestare la povertà crescente a dismisura: per tantissimi ormai la difficoltà non è arrivare a fine mese, ma al giorno 10 o 15 (senza mettere in dimenticatoio la buona percentuale dell’umanità intera che vive con meno di un euro al giorno).

Se pensiamo alle notizie che vengono lanciate (spesso con violenza e miopia) da televisione, giornali e mezzi di comunicazione, dove possiamo trovare la base per una speranza solida, che non sia solo un’illusione per spensierati disattenti alla concretezza della storia di oggi?

Qualcuno mi ha confidato: «La speranza? Lasciamola a chi può permettersela!»

Ieri sera, come alla fine di ogni anno, la Chiesa ci ha dato una grande dose di coraggio concludendo le ultime ore dell’anno civile con il Te Deum laudamus: «Noi ti lodiamo, Dio, ti ringraziamo, Signore». Questo atteggiamento di fede riconoscente è un filo rosso che attraversa la storia dell’umanità: carestie, guerre di ogni tipo, pestilenze, pericolose eresie. La Chiesa, con Maria, non ha mai smesso di pregare e ringraziare.

Ringraziare pregando e custodendo in cuore.

 

 

+ Dal Vangelo secondo Luca (2,16-21)

In quel tempo, [i pastori] andarono, senza indugio, e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia. E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.

Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore.

I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.

Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.